Paolo Gadioli
1/5
Informatevi molto bene prima di iscrivervi. Io ho dato cieca fiducia a questa università, e il risultato è stato farmi studiare una marea di cose inutili (Ing.Informatica), che a tutt'oggi non mi sono mai servite e MAI mi hanno fatto guadagnare un centesimo. Mentre quello che realmente serve, non mi è stato mai insegnato (infatti, non a caso, le aziende chiedono minimo 2 anni di esperienza lavorativa per assumere... proprio perché quello che interessa non viene insegnato).
Mi sono fatto un mazzo così, per studiar bene tutto quello che mi han detto "mi sarebbe servito", facendo sacrifici abissali, per poi rimanere disoccupato e discriminato da tutte le aziende, che mi trattavano (e trattano) come "materia di scarto".
Cioè sono arrivato al punto di dover andare al centro di collocamento, con "quasi" 108 di laurea, e venirmi offerti lavori come custode e lavare le scale, con il personale del centro a non batter ciglio; ad indicare chissà quanti casi simili vedono... ma nessuno lo dice.
Perché anche il politecnico non racconta queste verità, a chi si iscrive? Dei rischi a cui vanno incontro i suoi studenti? Della fine che fanno tutti i suoi iscritti, e dei suoi laureati, e non dei soli casi di successo selezionati e circoscritti?
Questo è quello che mi fa un po' arrabbiare, e cioè che non dicono tutta la verità. Io mi sono iscritto perché pensavo che iscrivermi all'università più prestigiosa e difficile mi avrebbe poi reso "facile" e "sicuro" trovar lavoro, pagando il prezzo di dover studiare e faticare più duramente di chiunque altro in Italia, almeno per po'.
Purtroppo non avrei potuto essere più sbagliato; le aziende assumono solo i primi, giovani (<28) e "senza macchia", e se non si colgono subito le occasioni, la laurea e gli studi fatti poi diventano completamente inutili (informatica almeno).
Quindi per l'esperienza che io ho avuto, la laurea IT al poli è un biglietto di ingresso al mondo del lavoro, ma di durata molto breve e limitata, e con molte pre-requisiti; basta un qualsiasi difetto per essere permanentemente "squalificati". Come: voti troppo bassi, eccesivo tempo per laurearsi, eccessiva età, non avere le giuste qualità fisiche (fotogenicità, ottima perfetta salute(!), saper parlare al pubblico, nervi saldi, capacità a lavorare sotto pressione, simpatia, ubbidienza, fedeltà, riconoscenza...).
Iscrivendosi al poli uno si aspetterebbe che conti solo lo studio, ma in realtà come detto prima le aziende assumono principalmente per altri parametri... e per la capacità a lavorare più degli altri, senza limiti. Ora questo lo si può fare solo se si ha una salute più che perfetta.
Ad esempio un mio collega dormiva solo 3 ore a notte... sicuramente poi avrà avuto grossi problemi di salute, ma nel frattempo mi è passato davanti. Quindi quando vi iscrivete a queste scuole, considerate che è questa la gente contro cui gareggiate.
E se pensate che una volta fatta una "scuola difficile e prestigiosa", poi avrete tutte le porte aperte, beh vi sbagliate: le aziende preferiscono SEMPRE assumere i PRIMI degli ultimi, che gli ultimi dei primi.
Oggi, quando cerco lavoro, non lo dico neanche più che ho fatto il politecnico, con voti e media altissimi: mi crea solo problemi e vergogna. E se lavoro, è grazie a tutt'altro.
In definitiva, forse ci sono lauree e università che funzionano bene, di utilità indiscussa e duratura nel tempo, ma l'Informatica al politecnico di Torino, non è tra queste. A chi si iscrive, secondo me, andrebbe data un informativa simile a quella data a chi si sottopone ad un intervento chirurgico, perché i rischi non sono da meno.
O, meglio ancora, permettere la consultazione di un database anonimizzato con le informazioni di interesse di tutti gli iscritti, come ad esempio: età, stato civile, anni di iscrizione, media e voti finali, stato lavorativo, ore settimanali di lavoro, guadagno annuo, stato di salute sia fisica che mentale, soddisfazione carriera.
Perché permettere una scelta informata, dovrebbe essere un diritto di tutti, non un privilegio dei ricchi o più fortunati.